Per la valorizzazione del Parco Storico del Torrione si è condotta un’approfondita ricerca di carattere storico archivistico con l’obiettivo di definire gli elementi compositivi da valorizzare.
Nella prima metà del Settecento, il complesso del Torrione era caratterizzato da un giardino formale, con quattro aiuole quadrangolari disposte simmetricamente. Un lungo viale d’accesso conduceva alla corte signorile. Questo modello stilistico richiamava i canoni del giardino Settecentesco all’italiana. All’interno del complesso erano presenti due nuclei famigliari che si occupavano della gestione e coltivazione dei terreni agricoli e dell’allevamento, principalmente dei bovini e dei bachi da seta. Le proprietà terriere che circondavano il Torrione erano molto estese ed appartenevano anche esse al Conte Canera di Salasco. Lungo il torrente Chisone erano presenti aree boscate o terreni adibiti al pascolo; le parti pianeggianti invece erano intensamente coltivate a vite e a seminatavi. Filari arborei delimitavano le parcelle coltivate.
Nella mappa catastale (1810) il Torrione viene denominato “Castello”, accessibile da un lungo viale, permanenza storica ancora conservata. Nel 1835 il Conte Canera di Salasco diede l’incarico a Xavier Kurten di progettare e realizzare il parco. L’idea che sostiene il disegno del Torrione si ispira ad un concetto di natura grandiosa in cui gli elementi compositivi ottocenteschi come il lago, il sistema dei percorsi ed alcuni esemplari arborei, costituiscono delle permanenze storiche di inestimabile valore. La circostanza che il parco del Torrione praticamente non sia poi stato da allora modificato dai suoi proprietari, e che la sua forma e planimetria originarie siano state conservate fino ai giorni nostri è, senza dubbio, una vera e propria rarità.
Il parco, in questo senso, non è solo un luogo fisico, ma anche un simbolo di continuità, che fornisce una rara opportunità di riflessione sul concetto di “conservazione storica” in sé: un’opportunità da considerare con grande gratitudine.