La Grande Radura Centrale
La grande radura si estende internamente alla proprietà cintata per una superficie di oltre 8 ettari. Tale grande estensione, fertile, pianeggiante e irrigua, è interrotta unicamente dalla punteggiatura di due circoscritti gruppi arborei, la cui presenza già si ravvisava nell’acquerello originale del Kurten: uno, più consistente, si situa in posizione centrale, nelle vicinanze del lago. L’altro, di più limitate dimensioni, si trova nella parte nord, disassato verso occidente.
La diligenza dei Salasco prima (1835-1856), e poi della famiglia Doria Lamba (dal 1856 ad oggi) ha permesso di mantenere impeccabilmente inalterata la bellezza del parco anche attraverso la conservazione intatta della radura stessa.
Nel giardino ottocentesco d’ispirazione inglese, la radura e gli spazi ampi inerbiti svolgono un ruolo cruciale. Questi spazi creano, infatti, una sensazione di apertura e libertà, contrastando con la densità delle masse arbustive e delle alberature. Dal punto di vista paesaggistico, offrono prospettive panoramiche che invitano a passeggiare e a esplorare. Inoltre, l’ampio prato funge da quadro per elementi architettonici e naturalistici, come statuaria, tempietti, specchi d’acqua, evidenziando la bellezza del paesaggio circostante e favorendo la contemplazione. In questo modo, gli spazi aperti contribuiscono a un senso di armonia e serenità, tipico del giardino romantico.
Come il resto del territorio circostante, anche il sedime della radura è storicamente determinato dai corsi d’acqua -in particolare dai torrenti Chisone e Lemina- che nel corso dei secoli hanno contribuito a modellare il suolo e a crearne il piano: sedimenti alluvionali ricchi, soggiacenti a un suolo fertile di origine antropica.
Parlando di numeri, è forse più che un caso che l’esatta distanza fra la scaletta d’affaccio dalla villa sul parco e l’estremo punto a sud, in corrispondenza del fossato del saut du loup (ha-ha), sia pari a 600 metri. Non solo: la linea immaginaria che traguarda l’ha-ha partendo dalla villa è esattamente orientata a sud, seguendo, di fatto, un immaginario parallelo e, se prolungata a nord, procede esattamente per 500 m, in coincidenza con l’inizio della grande carpinata aulica. Il tutto a costituire un’immaginaria e perfetta linea, lunga 1,1 km.