La Villa e gli Edifici Rustici
Le prime notizie documentali sul Torrione risalgono ad una carta datata 1558, nella
quale, sul luogo dell’attuale complesso, è raffigurato un insieme fortificato, caratterizzato da un mastio con torre merlata (da cui verosimilmente il toponimo), che si
innalza sopra un corpo più esteso al quale è addossato un edificio minore. Perimetralmente, mura su impianto quadrilatero e un fossato all’esterno. Tutto questo lascia presagire un’origine medievale dell’insediamento, con caratteristiche difensive,
a delimitare forse una sorta di ricetto, o semplicemente i rustici della tenuta. Trascorsa l’epoca medievale e rinascimentale, verso il Settecento le raffigurazioni di cui
si può disporre testimoniano di una progressiva trasformazione d’uso del sistema,
che assunse carattere signorile, essendo citato non come “castrum”, ma come “pallacium Torioni”.
Per quanto riguarda le notizie in merito ai proprietari, è dato sapere che all’inizio del
Cinquecento la proprietà del castello era di un certo Glaudio de Cordone, governatore di Nizza, che la cedette nel 1508 a George de Challant, vicino ai Duchi di Savoia,
quindi ai Trucchietti, consignori della valle di San Martino, che la tennero fino a metà
Seicento, allorché la cedettero ai Canera di Salasco, proprietari per i successivi due
secoli. Furono proprio i Salasco a dare luogo alle più consistenti trasformazioni della
proprietà, prima di cederla, nel 1856, al marchese Leone Doria Lamba, il quale avviò
ulteriori modifiche alla destinazione d’uso dei rustici, creando, fra l’altro, una fortunata “bigattiera”, vale a dire un edificio studiato per la produzione dei bozzoli da seta. È d’obbligo citare, ai primi anni dell’Ottocento, gli interventi operati, d’intesa coi
Salasco, da parte degli architetti Ignazio Michela e Alessandro Antonelli, i quali perseguirono, in ossequio ai canoni dello stile neoclassico allora in voga, l’obiettivo di
dare luogo ad una residenza con ampi spazi moderni, isolando l’edificio padronale
dai rustici della corte medievale. Il tutto accompagnato dalla creazione di un’ampia
cornice vegetale, volta ad esaltare le bellezze della natura, e concepita sull’onda della sensibilità e dello stile romantico approdato nel continente dall’Inghilterra di fine
Settecento.
La villa, giunta alla sua attuale configurazione dopo il 1840, è caratterizzata, su tre
piani, da prospetti di facciata di estrema semplicità, con scansione del volume realizzata tramite il disegno regolare delle finestre, e sormontata da un tetto a padiglione
sovrastato da un sobrio belvedere. Elegantissimi gli ambienti interni, fra cui, introdotti dallo splendore dello scalone a due rampe, il salone da ballo del primo piano e
la contigua sala affacciata sul parco. Caratteristico lo stile neomedievale ottocentesco dei locali di servizio posti a est della villa, visibili tanto dal cortile d’ingresso che
da quello di mezzogiorno.